Bando Resto al Sud Professionisti 2020: finanziamento fino a 50.000 € anche ai consulenti
Resto al Sud è un finanziamento a fondo perduto esteso anche alle categorie di consulenti (con meno di 46 anni non compiuti) e professionisti iscritti a un albo, residenti al sud e intrenzionati ad avviare un’attività professionale.
Tra le altre categorie cui il bando si rivolge, le attività:
- artigianali,
- commerciali,
- industriali da questo articolo di approfondimento:
Resto al Sud 2020: il nuovo finanziamento a Fondo Perduto nelle 8 Regioni del Mezzogiorno
Che cos’è il finanziamento Resto al Sud?
E’ l’incentivo che sostiene la nascita di nuove attività professionali avviate nelle regioni del Sud.
Il Finanziamento Resto al Sud offre un’agevolazione fino a 200.000 euro per l’avvio di nuove attività professionali da parte di giovani professionisti fino a 45 anni.
Quali Regioni sono agevolate dal Bando Resto al Sud?
Puoi richiedere il finanziamento se hai meno di 46 anni d’età e sei residente in una di queste 8 Regioni:
- Abruzzo
- Basilicata
- Calabria
- Campania
- Molise
- Puglia
- Sardegna
- Sicilia
Per ottenere l’agevolazione non si deve essere titolari di alcuna attività di impresa. In caso di rapporto di lavoro a tempo indeterminato pregresso, è possibile sottoporre la propria domanda. Condicio sine qua non è la rescissione del contratto lavorativo in caso di vincita del finanziamento.
Quali attività sono finanziabili dal Bando Resto al Sud?
Sono finanziabili le attività professionali, quali (elenco non esaustivo):
- agronomi
- architetti
- chimici
- farmacisti
- forestali
- geometri
- giornalisti
- infermieri professionali
- ingegneri
- medici
- periti agrari
- periti industriali
- psicologi
Quali sono le attività escluse dal bando?
- gricoltura, silvicoltura e pesca
- commercio all’ingrosso e al dettaglio
- attività immobiliari
- amministrazione pubblica e difesa, assicurazione sociale obbligatoria
- attività di famiglie e convivenze come datori di lavoro per personale domestico.
Agevolazioni
Il finanziamento copre il 100% delle spese ammissibili e consiste in:
- contributo a fondo perduto pari al 35% dell’investimento complessivo
- finanziamento bancario pari al 65% dell’investimento complessivo, garantito dal Fondo di Garanzia per le PMI. Gli interessi del finanziamento sono interamente coperti da un contributo in conto interessi
Nota bene:
- se apri da solo il tetto massimo per la richiesta è di massimo € 50.000
- se apri con dei soci fino ad un massimo di € 200.000
Esempio Pratico:
Attività in forma singola o in forma associata:
n.1 Socio con meno di 46 anni: Massimo finanziamento agevolabile = 50.000 euro;
n.2 Soci con meno di 46 anni: (2 X 50.000)= 100.000 euro;
n.3 Soci con meno di 46 anni: (3 X 50.000)= 150.000 euro;
n.4 Soci con meno di 46 anni: (4 X 50.000)= 200.000 euro.
Come si presenta la domanda per ottenere il contributo Resto al Sud?
La domanda deve essere corredata da una serie di allegati e documenti relativi al tuo progetto imprenditoriale e caricarli sulla piattaforma informatica messa a disposizione da Invitalia.
Il tuo progetto deve contenere:
- i dati di chi presenta la domanda (e dei soci)
- la descrizione dell’attività
- l’analisi del mercato di riferimento sia per quanto riguarda la domanda che l’offerta
- la strategia commerciale
- gli aspetti tecnici e produttivi del progetto
- gli aspetti organizzativi del progetto
- i dati economico-finanziari
Fondamentalmente si tratta di un vero e proprio business plan.
Il legale rappresentante (o la persona fisica che presenta la domanda) dovrà firmare digitalmente tutti gli schemi e la documentazione caricati sulla piattaforma.
NB. l’avvio dell’attività è subordinato all’esito positivo della domanda di agevolazione. Non potranno esserci spese pregresse o fatture.
Quali sono le spese ammissibili?
- arredamenti, macchinari, impianti ed attrezzature;
- programmi informatici e servizi per le tecnologie dell’informazione e della telecomunicazione, es: computer, software, hardware ecc…;
- spese relative al capitale circolante inerente allo svolgimento dell’attività d’impresa fino al 20% del programma di spese;
- spese per materie prime, materiali di consumo, semilavorati e prodotti finiti
- utenze e canoni di locazione per immobili;
- ristrutturazioni edili relative a interventi di ristrutturazione e/o manutenzione straordinaria, fino al 30% del programma di spesa
Quali sono le spese NON ammissibili?
- leasing e del leaseback, fatta eccezione dei canoni di leasing maturati entro il termine di ultimazione del progetto imprenditoriale cioè entro 24 mesi
- beni di proprietà di uno o più soci dell’impresa richiedente le agevolazioni e, nel caso di soci persone fisiche, anche dei relativi coniugi ovvero di parenti o affini dei soci stessi entro il terzo grado
- investimenti per la sostituzione di impianti, macchinari e attrezzature
- commesse interne
- macchinari, impianti e attrezzature usati
- spese notarili, imposte, tasse
- acquisto di automezzi, fatta eccezione per quelli strettamente necessari al ciclo di produzione di cui al Programma di spesa o per il trasporto in conservazione condizionata dei prodotti; di importo unitario inferiore a € 500,00
relative alla progettazione, alle consulenze e all’erogazione di compensi ai dipendenti delle imprese individuali e delle società