Orbetello

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Orbetello, un comune italiano di 14 345 abitanti della provincia di Grosseto in Toscana, è incastonata nel cuore della sua omonima laguna, ed è connessa al Monte Argentario da una strada costruita su un terrapieno artificiale noto come la diga.

Questa struttura divide la laguna in due specchi d’acqua distinti, la “Laguna di Levante” e la “Laguna di Ponente”.

Un tempo, fino al 1944, una ferrovia percorreva la diga, collegando Orbetello a Porto Santo Stefano.

Il paesaggio del territorio comunale è incredibilmente variegato. La zona umida lagunare è racchiusa verso il mare da due tomboli, il Tombolo della Feniglia e il Tombolo della Giannella, i quali presentano lunghe spiagge sabbiose, fitte pinete e macchia mediterranea. Man mano che ci si avvicina ai rilievi di Talamone e di Ansedonia lungo la costa, l’ambiente diventa roccioso e di difficile accesso.

L’entroterra offre una panoramica di modesti rilievi, dove la vegetazione cresce in modo selvatico, formando intricati boschetti, e di zone pianeggianti.

Queste aree, un tempo malariche, sono oggi intensamente coltivate, contribuendo a creare un paesaggio di grande varietà all’interno del comune di Orbetello.

Storia di Orbetello: un viaggio attraverso i secoli

Il territorio di Orbetello ha radici profonde che affondano nel periodo etrusco, quando svolgeva la cruciale funzione di scalo marittimo lungo le rotte che connettevano le città etrusche settentrionali, come Vulci e Tarquinia, con quelle più meridionali. Durante il dominio romano, Orbetello guadagnò ulteriore rilevanza come sede della colonia di Cosa, situata nelle vicinanze di Ansedonia.

Un centro abitato chiamato Alminia, posizionato all’estuario del fiume Albegna, è menzionato nell’Itinerarium Maritimum, un elenco delle città e dei porti lungo la rotta marittima da Roma alla Provenza. Scavi archeologici condotti tra il 1997 e il 2002 hanno rivelato che in epoca romana, almeno fino al I secolo a.C., esisteva un porto tra l’attuale Albinia e la foce del fiume, con officine dedite alla produzione di anfore.

Nel 1074, papa Gregorio VII donò la medietatem Castri Orbitelli all’Abbazia delle Tre Fontane di Roma, insieme ad altre località, confermando una presunta donazione apocrifa di Carlo Magno e papa Leone III nell’805. La tradizione narra che nel 1110 Pietro II Farnese, comandante della cavalleria pontificia, sconfisse gli eserciti Ghibellini e fondò il borgo di Orbetello. Questo nome potrebbe derivare dal diminutivo del latino “herbetum” (“luogo erboso”) o dalla combinazione di “Orbis” e “Tellum”, cioè terra circondata dalle acque.

Orbetello passò sotto il dominio degli Aldobrandeschi nel 1262 e degli Orsini nel 1358. Nel 1414, fu conquistata dai senesi e nel 1417 entrò a far parte di Siena, che desiderava uno sbocco sul mare. Nel 1452, papa Niccolò V riconobbe a Siena la conquista dei territori, rinnovando il contratto di enfiteusi per i beni dell’abbazia di S. Anastasio. Alla fine della Repubblica di Siena, nel 1557, Carlo V lo assegnò allo Stato dei Presidi di Spagna, che si estendeva lungo il litorale da Talamone a Capalbio.

Dopo varie dominazioni, Orbetello fu incorporato nel Regno d’Italia nel 1861. Nel XX secolo, la città divenne celebre per essere stata il punto di partenza delle crociere aeree di Italo Balbo tra il 1927 e il 1933. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, Orbetello conobbe un significativo sviluppo demografico e una crescita urbana, diventando la terza città della provincia per popolazione. Oggi, Orbetello è una rinomata meta turistica, protetta dalla presenza della laguna, e si distingue per le attività di pesca e itticoltura.

Simboli di Orbetello: uno sguardo all’identità araldica

Lo stemma di Orbetello, riconosciuto con decreto del 1º marzo 1939, rivela la ricca simbologia legata alla storia e alla geografia della città. Lo scudo, di forma sannitica e di colore rosso, ospita una rappresentazione suggestiva: un leone d’argento che brandisce un tridente, puntato contro un muggine emergente dal mare.

La blasonatura ufficiale descrive dettagliatamente l’immagine: “di rosso, al leone d’argento, abbrancante una fiocina d’oro, in palo, e infilzante un muggine natante sul mare al naturale”. Questo stemma sintetizza la connessione di Orbetello con il mare e richiama l’importanza delle attività ittiche nella zona.

Il gonfalone, un drappo azzurro, completa l’insieme, contribuendo a esaltare l’identità marittima di Orbetello. Questi simboli araldici raccontano una storia fatta di tradizioni, pesca e connessione profonda con il mare, elementi fondamentali che hanno plasmato l’identità di questa affascinante città nel corso dei secoli.

La laguna di Orbetello

La Laguna di Orbetello, situata nella Maremma Grossetana in Toscana, rappresenta un esempio significativo di ecosistema lagunare costiero. Con una superficie approssimativa di 27 km², si distingue per le sue dimensioni considerevoli. La batimetria della laguna rivela una profondità media di circa un metro, con una profondità massima che non eccede i 2 metri, riflettendo le caratteristiche idrologiche tipiche degli ambienti lagunari poco profondi. Questa area costituisce un importante habitat per diverse specie faunistiche e floristiche, svolgendo un ruolo cruciale nella biodiversità e negli studi ecologici della regione.

Territorio

Il territorio della Laguna di Orbetello è un esempio emblematico di interazione tra sistemi naturali e interventi antropici.

Geograficamente, la laguna è delimitata da strisce di terra: a ponente e a levante dai Tomboli sabbiosi della Giannella e della Feniglia, lunghe circa 6 km, e a ovest dal promontorio dell’Argentario. Un elemento distintivo è la presenza di Orbetello, situato su un istmo centrale, connesso al Monte Argentario tramite la diga Leopoldiana, che divide la laguna in due porzioni: la laguna di Ponente e la laguna di Levante.

La comunicazione della laguna con il mare avviene attraverso tre canali artificiali: il canale di Fibbia, il canale di Nassa e il canale di Ansedonia. Questi canali rivestono un ruolo fondamentale nella regolazione idrica e nella manutenzione ecologica dell’area. Un quarto canale, il canale del Pertuso, rappresenta un progetto iniziato ma mai completato.

L’area della Laguna di Orbetello è stata designata come area naturale protetta a causa di sfide ambientali significative, tra cui l’eutrofizzazione dovuta all’apporto di nitrati e sali di potassio dall’agricoltura circostante. Questo fenomeno ha causato una proliferazione di alghe e un conseguente impoverimento di ossigeno, posizionando la laguna in una situazione di alto rischio ecologico. Di conseguenza, sono stati adottati numerosi provvedimenti legislativi, e si è costituito l’istituto del Commissario della Laguna di Orbetello, con l’obiettivo di salvaguardare e gestire in modo sostenibile questo delicato ecosistema. Parte della laguna di Ponente è tutelata come Oasi del WWF e Riserva naturale, evidenziando l’importanza di conservare la biodiversità e le caratteristiche naturali uniche della zona.

Fauna

Dal punto di vista faunistico, la Laguna di Orbetello è riconosciuta come zona umida di importanza internazionale secondo la Convenzione di Ramsar. È un’area vitale per molte specie di uccelli, sia nidificanti che migratori, tra cui il cavaliere d’Italia, il fenicottero rosa e il falco pescatore. Questa ricchezza faunistica non solo contribuisce alla biodiversità globale, ma rappresenta anche un elemento cruciale per gli studi ornitologici ed ecologici.

Storia ed economia

La storia economica di Orbetello è strettamente legata alla laguna, con una tradizione consolidata nella pesca e nell’acquacoltura. Un tempo attività familiare, oggi la pesca è gestita da una società che impiega numerosi lavoratori, continuando a fornire pesce pregiato come spigole e orate, nonché prodotti tradizionali come la bottarga di muggine e le anguille sfumate. Questi elementi non solo sottolineano l’importanza economica della laguna, ma riflettono anche il legame culturale e gastronomico della regione con il suo ambiente acquatico.

In sintesi, la Laguna di Orbetello rappresenta un complesso sistema naturale, economico e culturale, la cui gestione e protezione richiedono una comprensione approfondita e un impegno continuo per bilanciare le necessità ecologiche con quelle sociali ed economiche.

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