Isola del Liri è un comune della provincia di Frosinone, nel Lazio.
Il nome e le cascate
Lisëra in dialetto, ma il suo primo nome era Insula Filiorum Petri: “Isola dei figli di Pietro”, gastaldo di Sora e deriva dalla sua posizione geografica. Il centro abitato, infatti, si sviluppa su un’isola formata da un fiume: il Liri.
Come detto, la città – il centro, in particolare – sorge su un’isola formata dal Liri che si biforca creando due bracci. Questi, a ridosso del centro e all’altezza del castello Boncompagni – Viscogliosi, formano una cascata ciascuno: la Cascata Grande e la Cascata del Valcatoio (o, anticamente, del Gualcatojo).
La Cascata Grande
La Caascata Grande (verticale), alta circa 27 metri, è formata dal braccio di sinistra del fiume ed è una delle poche cascate situate in un centro storico. L’unica in Italia e in Europa.
La Cascata del Valcatoio
La Cascata del Valcatoio, formata dal braccio destro, ha un salto non perfettamente verticale: segue un piano inclinato di circa 160 metri per un dislivello di circa 27. Poiché le sue acque sono irregimentate e veicolate per alimentare un impianto di produzione elettrica, il salto della Cascata del Gualcatojo è meno scenico della prima.
Nel complesso, la Cascata di Isola rientra tra le dieci meraviglie naturali del Belpaese, collocandosi al II posto, secondo il sito Skyscanner (che si occupa di turismo).
Un po’ di storia
Le origini
L’origine di Isola del Liri va rinvenuta in quella di due vicini municipi di origine romana: Arpinum e Sora. L’attuale territorio del comune di Isola, infatti, era suddiviso nei suddetti centri, anticamente abitati dai volsci, popolazione indo-europea osco-umbra.
La colonizzazione romana toccò solamente Sora; viceversa Arpino. L’insediamento romano si estese ulteriormente, fino al Sannio, verso sud, creando una presenza forte e longeva lungo il fiume Liri e nel resto del Latium adiectum.
Medioevo
Durante il medioevo, Isola visse periodi alterni tra il dominio bizantino e quello longobardo, fino a essere ricompresa nella contea di Sora nel Principato di Capua.
La città, tra il XII e il XIV secolo, venne eletta a feudo della famiglia dell’Isola (de Insulae), per poi essere ceduta ai Cantelmo.
Di spicco, della dinastia Isola, famiglia, due personaggi: Roffredo dell’Isola, abate di Montecassino, conte d’Arce e Bartolomeo dell’Isola che godeva gli onori nel sedile di Capuano a Napoli.
Il Ducato di Sora
Durante l’Ancien Régime, Isola prosperò sia economicamente che urbanisticamente, grazie soprattutto alla famiglia Boncompagni. Famiglia che ottenne il ducato nel 1579, dopo che Papa Gregorio XIII – padre di Giacomo Boncompagni – lo acquistò dai duchi Della Rovere, di Urbino.
I nuovi Duchi di Sora risiedettero a Isola a lungo rendendone il castello il principale centro amministrativo.
Nel maggio del 1799, al termine del triennio giacobino, Isola testimoniò l’eccidio della chiesa di San Lorenzo Martire: l’esercito rivoluzionario sterminò oltre cinquecento persone, ivi riparatesi.
Il XIX secolo
Durante il XIX secolo, e anche durante il riassetto amministrativo avvenuto nel Regno di Napoli con Gioacchino Murat, la città fu annessa alle sorti politico-amministrative della provincia di Terra di Lavoro e, all’interno di essa, del Circondario di Sora.
Carlo Lefebvre di Pontarlier, negli anni venti, pose le basi per lo sviluppo industriale della zona: a lui si devono le prime cartiere impiantate a Isola.
Ne giunsero altre: dal 1821 al 1841 la Valle del Liri vide sorgere, specialmente in città, altre cartiere che la decretarono, crescendo ed evolvendosi, polo industriale d’eccellenza per la fabbricazione della carta.
Contestualmente, si sviluppò anche la lavorazione di feltri per cartiere, grazie ai numerosi lanifici locali, il primo dei quali era stato fondato nel 1805 da Clemente e Vittorio Simoncelli.
Indubbiamente, cartiere, lanifici e feltrifici furono un input notevole per la crescita dell’industria locale, alimentata anche dalla possibilità di impiantare centrali per la produzione di energia idroelettrica lungo il corso del fiume Liri.
Il XX secolo conosce una Isola del Liri prospera, ma anche uno dei rari centri del frusinate a disporre di energia elettrica per uso sia pubblico che privato.
Il XX secolo
Nonostante la Grande Guerra e il forte terremoto del 13 gennaio 1915, il paese non accenna ad arrestarsi nel suo sviluppo.
Il ventennio porta un rinnovato assetto urbanistico, con la costruzione di nuovi edifici pubblici, principalmente scuole e asili. Infatti negli anni trenta si dà notevole impulso all’istruzione secondaria con l’istituzione della Scuola di Avviamento Professionale e la Scuola Tecnica Industriale.
A dicembre, nel 1926, Isola del Liri viene annessa alla neonata Provincia di Frosinone.
Sebbene la seconda guerra mondiale non causi alcun arresto alla attività industriale, con l’armistizio di Cassibile la cittadina, a causa della sua posizione geografica, viene bombardata amaramente e considerevolmente dagli Alleati a partire dal 23 ottobre del 1943.
Le fabbriche si fermarono e i cittadini cominciarono a sfollare nelle campagne limitrofe. I bombardamenti continuarono fino al culmine della Battaglia di Montecassino, al termine della quale numerosi profughi si rifugiarono nel paese.
Oramai numerose aziende erano state distrutte e i macchinari trafugati. L’economia del paese riprese lentamente nel dopoguerra grazie anche al commercio illegale di sigarette, prodotte artigianalmente con le scorte di carta superstiti.
Negli anni sessanta la rinata industria locale si avviava verso un lento declino, mentre l’artigianato confermava con l’arte della tessitura e con la produzione di mobili in stile le sue peculiarità tradizionali.
Età contemporanea
Nel 1927 fu proposto il primo progetto di unione con i comuni di Sora, Campoli Appennino, Broccostella, Pescosolido e Fontechiari che però fu respinto dal commissario incaricato di valutare la proposta.
La città ha registrato dall’istituzione della provincia di Frosinone un periodo di relativo benessere e di crescita economica, continuata anche a seguito della chiusura dei principali centri di produzione industriale attorno agli anni novanta.
Nel 1986 da Bruno Magliocchetti fu riproposta la fusione con Sora, Castelliri e Arpino in Lirinia.
Nel 1990 fu avanzata una seconda proposta dal senatore Bruno Magliocchetti, tutte respinte dalla regione, nonostante un apposito referendum che sancì la volontà popolare di costituire Lirinia.
Nel 2008 la città è stata classificata, unico caso nella provincia di Frosinone, come «area di elevato benessere, istruzione superiore e sistema locale organizzato» in una sistemazione per gruppi dei comuni italiani effettuata dal sistema tributario nazionale.
Monumenti e luoghi d’interesse
Architetture religiose
- Ruderi Chiesa della SS Trinità (sec. XI)
- Chiesa Collegiata di San Lorenzo Martire (sec. XVII)
- Chiesa della Madonna delle Grazie (sec. XVIII)
- Chiesa di Sant’Antonio (ricostruita nel sec. XX su preesistenze medievali trecentesche)
- Chiesa di San Giuseppe (secc. XVIII – XIX su preesistenze medievali)
- Chiesa della Madonna dell’Alto Monte (secc. XVII – XVIII su preesistenze medievali)
- Chiesetta di Sant’Angelo (secc. XVIII – XIX su preesistenze medievali)
- Chiesa di Santa Maria dei Fiori (sec. XIX su preesistenze medievali)
- Chiesetta di Santa Maria delle Forme (sec. XIX, oggi in disuso)
- Chiesetta del Sacro Cuore (sec. XIX, oggi in disuso)
- Chiesa di Santa Maria delle Forme (sec. XVII su preesistenze medievali, oggi in disuso dopo essere stata adibita a cartiera durante l’800)
- Cona Mazzetti (sec. XIX)
- Chiesa del Divino Amore (sec. XX)
- Chiesa dell’Immacolata (sec. XX)
- Chiesa di San Carlo (sec. XX)
- Chiesa Evangelica Battista (sec. XX)
Architetture civili principali
- Palazzo Marsella (sec. XVII)
- Palazzo Chigi – di Fede (sec. XVII)
- Palazzo Nicolamasi (sec. XVII)
- Villa (o Casino) Boncompagni (sec. XVII)
- Villa Mangoni di Santo Stefano (sec. XVII)
- Villa (o Casino) Nicolucci (sec. XVII)
- Palazzo Nicolucci (secc. XVII – XVIII)
- Palazzo Mazzetti – Marsella (sec. XVIII)
- Palazzo Sarra (sec. XVIII)
- Palazzo Mazzetti (sec. XIX)
- Palazzo Balsorano (famiglia Lefebvre, sec. XIX)
- Palazzo Zino – de Lamorte (sec. XIX)
- Villa Coste – Viscogliosi (sec. XIX)
- Palazzetto Manna (sec. XIX)
- Palazzo Courrier – Mancini (sec. XIX)
- Palazzo Palermo (sec. XIX)
- Villa Stellingwerff (sec. XIX)
- Villa Lefebvre (sec. XIX) dal nome della famiglia che la fece edificare e l’abitò dall’Ottocento fino al primo decennio del Novecento. Essa fu commissionata dal conte Ernesto Lefebvre, industriale cartario di origine transalpina. La realizzazione avvenne ad opera di maestranze francesi. La villa è edificata in stile eclettico ed era circondata da un grande parco di piante di alto fusto, attualmente estendentesi per circa un ettaro. Gli interni sono affrescati da Trompe-l’œil e decorati con papier paint. Nella villa fu ospitato Re Ferdinando II di Borbone e molte personalità di spicco oltre ad esponenti della nobiltà italiana e straniera dell’epoca.
- Palazzo Pantanella (secc. XIX – XX)
- Villa Virginia (famiglia Emery, sec. XX)
- Palazzo Zincone (sec. XX)
- Palazzo Silvestri – Mangoni di Santo Stefano (sec. XX)
- Palazzo Comunale (sec. XX)
Architetture militari
- Torre Marica (sec. XI) sul Colle di San Sebastiano
- Torre Fullonica (sec. XI) in località Carnello
- Castello Boncompagni – Viscogliosi (secc. IX – XVII)
Tradizioni
La seconda domenica di luglio si svolgono i festeggiamenti in onore del SS. Crocifisso, che portano a organizzare una solenne processione e la fiera mercato. Dal giovedì precedente al lunedì successivo, si susseguono diversi concerti.
Il 10 dicembre si festeggia la Madonna di Loreto, Patrona del paese, la quale ha salvato – secondo tradizione – la città dalla peste, nel 1645.