Il turismo di massa e le vacanze al mare
Ve le ricordate le assolate spiagge della riviera romagnola, che per anni hanno rappresentato la forma più pure del cosiddetto turismo di massa?
Oggi, a causa del Covid-19, l’emblema del divertimento, la Mecca di molti turisti italiani e stranieri – ma con essa tutte le spiagge italiane – dovrà rivedere il proprio standard. E ci si chiede se sarà necessario adottare una nuova strategia anche a lungo termine.
Mutatis mutandis, le norme e le novità (o innovazioni?) riguarderanno ogni forma di turismo.
L’overtourism preso di mira
Già da prima della pandemia ci si chiedeva quanto fosse ancora sostenibile il turismo di massa che, in alcuni casi, rendeva sicuramente poco fruibile la vacanza.
Al giorno d’oggi la stangata sembra vicina, rendendo doveroso un ripensamento dell’offerta. Il che, come dice Matteo Caroli – docente di economia e gestione delle imprese all’Università Luiss e responsabile del Master in Tourism Management – non è facile né immediato.
Tuttavia se l’adattamento è sinonimo di evoluzione e sopravvivenza, sarà necessario fare tesoro di questa “attitude” e spremere le meningi.
Le soluzioni nel breve termine. “Roma non è stata costruita in un giorno”
Quindi è necessario mettere sul piatto misure e coluzioni che già da ora possano rendere le strutture (di qualsiasi genere) sicure, specialmente per i “bagni” che, a differenza dei locali al chiuso, dovranno trovare la soluzione adeguata al distanziamento sociale laddove, lo spazio, è invece la peculiarità dell’attività.
Da Feruzzi, amministratore unico di Jfc – società di consulenza in ambito turistico – apprendiamo che i lavori “ordinari” richiederanno un mese di tempo. Oltre questo c’è la certezza di una forte decurtazione del numero di ombrelloni e sdraio: se ne prevede un 40% massimo rispetto a quelli passati.
E la ristorazione? Stante il divieto di assembramenti, dovrà essere necessario garantire i servizi di ristorazione direttamente sotto l’ombrellone sfruttando anche eventuali supporti telematici (siti, app…).
Overtourism vs undertourism
La richiesta in Italia stava già mutando: la natura e le desrinazioni meno affollate stavano diventando le mete più ambite. Quindi forse la via verso il cambiamento è già tracciata. Con un occhio anche alle nuove esigenze di riqualificazione ed ecosostenibilità le quali, in futuro, potrebbero anche portare a tornare competitivi in campo internazionale.
Il Belpaese ha tanti assi nella manica: è solo necessario che istituzioni e enti e attività collaborino sfruttando questo momento buio per uscirne rafforzati!